Femminilizzazione del viso

Disforia di genere

La disforia di genere è una condizione dell’essere umano che non ritrova la propria identità di genere nel sesso di appartenenza, indipendentemente dal suo orientamento sessuale.

Se il sesso è quell’insieme di tutte le caratteristiche biologiche che distinguono il maschio dalla femmina, la propria identità sessuale riguarda la sensazione che si ha del proprio corpo.

Per la maggior parte delle persone sesso e identità di genere coincidono mentre per altri è il contrario; alcuni maschi si sentono e vivono come donne così come alcune femmine si sentono e vivono come uomini, altri ancora non si identificano in nessuno dei due generi.

La disforia di genere, o anche “incongruenza di genere”, non è una malattia ma una condizione classificata nella statistica internazionale come problema correlato alla salute sessuale. Un disagio clinicamente significativo che può portare ad una profonda sofferenza, ansia e depressione oltre che a grandi difficoltà di inserimento nel tessuto sociale di appartenenza.

Tenendo in considerazione che l’aspetto esteriore del viso e del corpo è ritenuto più importante del cambiamento della forma dei genitali esterni, nel corso dell’ultimo ventennio la chirurgia estetica è venuta in aiuto alle persone che vogliono modificare i lineamenti del proprio volto per adattarlo alla propria identità di genere, eliminando quelle che sono le caratteristiche proprie di un volto maschile ottenendo una femminilizzazione a supporto del benessere psicologico dell’individuo.

Questo si ottiene con tecniche chirurgiche proprie della chirurgia maxillo-facciale ed estetica, andando a redistribuire i tessuti molli trasformando forme e volumi in contorni più femminili, rispettando proporzioni e simmetria del viso.

In pazienti che non si sono mai sottoposti ad interventi migliorativi del volto (come fillers, interventi precedenti che hanno lasciato cicatrici o l’utilizzo di silicone per nascondere piccoli difetti), queste procedure si rivelano molto efficaci dando risultati armoniosi.

Le pratiche più utilizzate per ottenere la femminilizzazione di un volto sono:

  • avanzamento del cuoio capelluto ridisegnando l’attaccatura dei capelli per ridurre l’altezza della fronte;
  • modifica della curvatura della fronte eliminando la prominenza delle arcate sopraccigliari;
  • riempimento delle tempie per armonizzare la curva del viso;
  • rimodellamento degli zigomi con impianti, fillers o lipofilling;
  • rinoplastica per rimpicciolire e armonizzare il naso;
  • mentoplastica per accorciare, restringere o ridurre la prominenza del mento;
  • rimodellamento della mandibola per renderla più piccola e stretta;
  • riduzione degli angoli mandibolari se bassi e sporgenti;
  • riduzione della cartilagine tiroidea (pomo d’Adamo);
  • correzione dei difetti di posizione della mascella superiore e mandibola tramite la chirurgia ortognatica;
  • lifting per prevenire la caduta della cute e dei tessuti molli;
  • blefaroplastica per apportare correzioni alle palpebre e alla forma degli angoli esterni degli occhi;
  • liposuzione di collo e guance;
  • lipofillig e liposculpturing per ammorbidire il volume delle labbra, dei solchi lacrimo-palpebrali, di zigomi, guance e contorni della mandibola;
  • miglioramento della superficie cutanea tramite radiofrequenza, laser, fraxel e termage;
  • dermatologia cosmetica.

La femminilizzazione produce un netto miglioramento nella vite delle persone che decidono di apportare questi importanti cambiamenti, ma la chirurgia deve lavorare di concerto al supporto psicologico e alle cure ormonali per ottenere il risultato sperato e per affrontare serenamente il processo di trasformazione tra la percezione di sé e l’oggettiva apparenza.

Foto pre e post femminilizzazione Dott. Giuseppe Rubino